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Si può parlare della malattia terminale in molti modi. In "You are the best" si è scelto di lasciarla sullo sfondo come una presenza difficile, scomoda, ingombrante, che non è possibile ignorare ma che tuttavia non deve farla da padrona. Non è lei la protagonista di queste intense pagine e di queste lucide fotografie di Luigi Ottani che invece vogliono parlare di persone, uomini e donne che, nonostante l'infermità dei loro corpi, sono vive, provano emozioni, sentimenti, esprimono il desiderio di essere insieme con gli altri qui e ora.